Melissa Campana

Donne e scarpe, breve storia di ordinaria follia

Cosa non farebbe una donna per un paio di scarpe? Una passione viscerale, che contagia la quasi totalità dell’universo femminile e che, forse, nasconde una marea di significati. Per me è stato lampante con le Melissa Campana, ballerine del noto marchio brasiliano, che erano sulla mia wish list da parecchio tempo e che ho faticosamente conquistato tra manifestazioni di piazza, disguidi tecnici e una buona mezz’ora sotto la pioggia.

Questa breve storia di ordinaria follia inizia in realtà sei anna fa, quando qualche mese prima del nostro matrimonio io e mio marito siamo stati in gita a Nizza con alcuni amici. Una splendida giornata a visitare la città, coronata da un giretto per negozi.  Lì le ho viste per la prima volta, le Melissa Campana dei miei sogni, color oro e con un buon prezzo. Peccato che giusto a pranzo si parlava dell’enorme quantità di spese da affrontare per mettere su casa (questi amici si sposavano proprio 2 settimane prima di noi) e insomma, anche se per il rotto della cuffia il budget per le scarpe l’avrei avuto, non me la sentivo proprio davanti a loro di fare questo acquisto. Reminiscenze su civiltà della vergogna e civiltà della colpa in letteratura greca affollano la mia testolina.

Melissa Campana ballerine

Da quella volta che me le sono fatte scappare non c’è stato più tempo/occasione/modo di calzare i miei piedini numero 35 in quelle scarpette  (se c’è il numero non c’è il colore e così via) e il desiderio ha scavato come acqua nella roccia goccia goccia, ogni volta che le vedevo online o ai piedi di qualche milanese fashionista.

Nei giorni di Pasqua sono tornata in Italia con i bambini per stare un po’ con la mia famiglia e rivedere gli amici. Con uno di loro mi sono data appuntamento a pranzo il 25 aprile in piazza Duomo e sì, vi do il permesso di ridere con me della mia svista. Perché ovviamente c’erano manifestazioni, commemorazioni, cortei ecc..Per farla breve io e il mio amico siamo riusciti a pranzare spostandoci un po’ di zona, ma il mio chiodo fisso era sempre lì a tormentarmi, perché avevo visto che la Rinascente di Milano è un rivenditore delle scarpe Melissa. Dopo averlo salutato sono riuscita faticosamente a raggiungere piazza Duomo per entrare nella Rinascente, ma per un contrattempo sono dovuta tornare sui miei passi e questo giretto si è tradotto in mezz’ora sotto la pioggia perché ero senza ombrello. Una volta risolto tutto, se volevo le scarpe dovevo riuscire a tornare alla Rinascente (senza prendere la metropolitana perché la fermata Duomo era chiusa per ragioni di sicurezza). Altra mezz’ora sotto la pioggia, con tanto di attraversamento del corteo del 25 aprile, cercando di non farmi travolgere dalla folla.

Melissa Campana Oro

Alla fine ce l’ho fatta. Sono entrata, ho provato le Melissa Campana e le ho comprate. Se non fosse stata una giornata da diluvio universale me le sarei pure tenuta ai piedi. Mentre sgomitavo in piazza per tornare a casa ho pensato: cosa sono disposte a fare le donne per un paio di scarpe?  Con le note di Elio e le Storie Tese in testa (“la follia della donna….quel bisogno di scarpe che non vuole sentire ragioni…”), ho pregustato lo sguardo di incredulità mista a divertimento di mio marito per la mia epopea e mi sono detta: forse  siamo così fissate con le scarpe perché sono la base del look con cui affrontiamo le nostre giornate. Pioggia, freddo, sole, città, campagna: in base a quello che dobbiamo fare decidiamo che scarpe mettere e il resto viene di conseguenza. Un paio di pump risolvono un abito semplice, le flat giuste equilibrano un look ricercato. Con le scarpe adatte si parte con il piede giusto :P, ci sentiamo più a posto, in grado di affrontare tutte le sfide quotidiane.

Appassionate di scarpe aspetto nei commenti le vostre storie di ordinaria follia su quello che avete fatto per un paio di scarpe!

ps. questa non è la mia unica storia…

pps. questo post non vuole essere in nessun modo irrispettoso della festa del 25 aprile, semplicemente era la mia unica chance prima di tornare oltre confine… e già mi rodeva il fegato dalla famosa gita a Nizza…

Blogger, giornalista freelance, moglie e mamma. Amo il mood bon ton, da ricamare con altri stili, skincare addicted, appassionata di danza, rileggo spesso Jane Austen, adoro le peonie e mi piace raccogliere indirizzi di posti speciali.
3 comments
  1. Quanto ti capisco! Per il mio primo paio di Birkenstock anche io ho fatto una mezza follia. Allora non si comprava su web, per cui trovato l’indirizzo del rivenditore a Monza sono andata, ma non c’erano i navigatori sul cellulare, per cui non lo trovavo, e ho camminato camminato….Non pioveva ma avevo delle ballerine che mi facevano un male cane, ma volevo proprio trovare quel negozio!!! Alla fine ce l’ho fatta e a differenza di te le ho subito messe, non potevo rifare tutta quella strada con quelle odiose ballerine!!!

    1. Brava Maria! Di che colore erano le tue prime Birkenstock? Anch’io le ho, bianche e super comode 😉

      1. Bianche e supercomode anche io!!

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